Il villaggio di cartone
di Ermanno Olmi
Con Rutger Hauer e
Alessandro Haber
Italia, 2011
Durata: 87’
Drammatico
Una vecchia chiesa viene
dismessa e il prete che per tanti anni vi ha officiato messa avverte
l'insorgere di una percezione nuova che lo sostiene. Gli pare che
solo ora quei muri messi a nudo rivelino una sacralità che prima non
appariva, che rinnova la sua missione sacerdotale.
Olmi porta sullo schermo
l'apparente inutilità della Chiesa. Il suo svuotamento è visto come
ineluttabile dal sacrestano pronto a tradire. Ma è proprio da questa
spoliazione che il senso di ecclesia può tornare ad acquisire il
significato delle origini. A offrirglielo saranno quelli che vengono
considerati gli invasori e che agli occhi del mondo stanno occupando
un luogo che fu sacro ed ora non può più offrire asilo. Saranno
però loro a ridare un valore al fonte battesimale pronto a
raccogliere la pioggia che scende dal tetto e, soprattutto, a
consentire al vecchio parroco di trovare un senso al Mistero. Quel
Mistero che fa sì che Dio si manifesti attraverso gli occhi di
uomini e donne i cui sguardi, quando si incrociano, possono mutarne i
destini.
L'uomo di Chiesa senza più
una chiesa diviene più forte, più capace di interrogarsi fino a
riuscire a comprendere che il Bene è più grande della Fede. È in
nome di questo Bene che può opporsi alla stupidità degli uomini di
legge, pronti ad obbedire a qualsiasi assurdità, ricordando loro che
verrà il giorno in cui saranno giudicati per quanto fanno a questi
ultimi privi di difesa. Una difesa che può venire solo da una pietas
che muti nel profondo il corso di una Storia che, in caso contrario,
provvederà autonomamente. Il cinema ha bisogno di autori come Olmi
che sappiano mostrarci uno specchio in cui riflettere dubbi e
certezze per scalfire pregiudizi e non smettere di interrogarci.
Bentornato Maestro!
(Giancarlo Zappoli, da
MyMovies.it)
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