Tutti per uno
di Romain Goupil
(Les mains en l'air)
Con Alice Butaud e Valeria
Bruni Tedeschi
Francia, 2010
Durata: 90’
Drammatico
Milana è una bambina di
origine cecena che vive a Parigi. Quando l'amico Youssef, viene
rimpatriato perché i genitori non hanno il permesso di soggiorno, lo
stesso destino sembra attendere anche lei. Ma i suoi compagni
decidono di mettere in atto un piano per salvarla...
Diviso fra l’orrore delle
leggi e lo stupore dell’infanzia, l’emergenza dei sans papiers
e l’urgenza del crescere tutti insieme, Goupil segue il suo
colorito gruppetto di protagonisti senza mai perdere d’occhio gli
adulti, anzi ne registra le incertezze e la cautela, l’indignazione
e la tendenza al compromesso (incarnata dal padre di Blaise, che
ironicamente è proprio il regista Goupil, nella vita «gauchiste»
non pentito).
Ma il bello del film è
proprio il tono apparentemente svagato con cui segue le peripezie di
tutti, adulti e bambini, a scuola e poi in vacanza (c’è una lunga
digressione in Bretagna, in cui tutto sembra mettersi per il meglio,
che prepara la svolta della seconda parte). Per mettere le ali quando
segue l’evoluzione della piccola rete «clandestina» allestita dai
compagni di classe di Milana. Prima per trafficare in cellulari e
dvd, perché i riti dell’infanzia non cambiano ma i suoi oggetti
sì.
Poi per combattere non solo
le leggi ma il mondo degli adulti, con un’azione esemplare che
rimetterà tutto in discussione. Difficile affrontare un problema
così logorato dalla cronaca in modo più spiazzante. Come ci ricorda
anche il prologo che sospende tutto in un lontano futuro. Quando
l’anziana Milana ricorda quegli anni lontani come un’avventura
ormai assurda. Successa sotto un Presidente di cui non ricorda più
il nome.
(Fabio Ferzetti, da Il
Messaggero, 3/6/11)
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