17 febbraio, "Terraferma" di Emanuele Crialese


Terraferma
di Emanuele Crialese


Con Donatella Finocchiaro e Filippo Pucillo
Italia/Francia, 2011
Durata: 88’
Drammatico


In un'isola di pescatori alle prese con gli arrivi dei clandestini e la regola nuova del respingimento, una famiglia decide di dare asilo a Sara, suo figlio e la bambina che sta per nascere. Una decisione difficile, che segnerà la loro vita.





La Terraferma del titolo è il punto di contatto tra l'altrove rappresentato da un manipolo di disperati provenienti dall'Etiopia via Tripoli, pescati in mare dal peschereccio del vecchio Ernesto, e il presente non facile di Giulietta e Filippo, rispettivamente nuora e nipote del vecchio pescatore. (…) Crialese scrive tutto con precisione ampia e risonante, lasciando che lo spazio dei luoghi e il tempo delle figure si facciano carico di illustrare le dimensioni della tragedia in atto, rifuggendo da ogni tentazione cronachistica e politica, ma trattando la materia come argomento antico e, proprio per questo, urgentemente presente. Il dissidio che si anima nel cuore del giovane Filippo è quello tra la volgarità di un oggi che mercifica luoghi e corpi e la necessaria nobiltà di un tempo eterno cui appartiene l'Umanità, con le sue regole di solidarietà e sopravvivenza. Terraferma è un film nobile e semplice, molto più immediato e meno simbolico nei segni e nella scansione narrativa di quanto fossero sia Respiro che Nuovomondo. In questa sua semplicità, ad ogni modo, il film sa trovare una cifra espressiva piena e concreta, fatta di realismo e idealità che prendono forma nelle immagini e anche nella recitazione ricalcata e piena degli interpreti: Donatella Finocchiaro è Giulietta, la madre che guarda con limpidezza e coraggio le prospettive che le si aprono davanti; di fronte a lei c'è Sara, che è interpretata da Tinmit T., non un'attrice, ma una vera profuga che ha vissuto veramente anni addietro un'esperienza simile a quella del suo personaggio e che ora vive, felicemente integrata nel nostro paese.
(Massimo Causo da Il Corriere del Giorno del 7/9/2011)



Importante, necessario, durissimo, tagliente eppure delicato Terraferma; come sempre nel percorso del giovane regista che fin da Respiro o Nuovomondo racconta di mare, di uomini e di mondi che si incontrano, con un tocco leggero che riesce ad affrontare la crudeltà della vita, l’inconciliabilità delle posizioni, mettendo sempre a fuoco in maniera lucida il suo punto di vista. (…) Chiamatela Lampedusa, Linosa o quel che vi pare, la terra di confine è luogo ideale di racconto per un regista che sa interpretare il viaggio, mentale, fisico, spirituale. ancora una volta chi arriva e chi è partito si scontrano, si osservano, si guardano, infine si capiscono. In mezzo c’è il mare, ci siamo tutti in mezzo al mare disegnato da Crialese, che questa volta solo per qualche attimo - delizioso - ci regala le sue immagini oniriche, ci fa viaggiare con la fantasia ancor prima che con gli occhi. Quando questo viaggio si interrompe quel che vediamo non sarà sempre piacevole, con divise di ordinanza troppo lontane dal senso vero della 'legge', troppo lontane dalla legge del mare e da quella della coscienza. Occhi di donne si incontrano sulle coste di un'Italia molto più vicina a quella Primavera Araba di quanto i giornali e la Tv riescano a raccontare. Ci prova un film coraggioso ed importante, una storia in cui si sente il rumore del mare e il battito di un cuore...
(Rocco Giurato, da 35mm.it)

















Nessun commento: