Una separazione
di Asghar Farhadi
(Jodaeiye Nader az Simin)
Con Leila Hatami e Merila
Zarei
Iran, 2011
Durata: 123’
Drammatico
Nader e Simin hanno
ottenuto il visto per lasciare l'Iran ma lui si rifiuta di
abbandonare il padre affetto da Alzheimer. Simin intende chiedere il
divorzio per partire lo stesso con la figlia Termeh, mentre Nader si
trova coinvolto in una rete di bugie, manipolazioni e confronti...
Nader and Simin, a
Separation è un film di scrittura, ancorato alla realtà, alla
quotidianità del popolo iraniano, alle questioni religiose, al
concetto di verità e menzogna: il primissimo pregio di Farhadi,
ovviamente anche sceneggiatore dei suoi film (e non solo), è di
saper controllare e plasmare tutto questo materiale, di non eccedere
mai, di non smarrirsi nel labirinto narrativo, di saper mettere in
scena con piglio modernamente neorealista i volti, le parole e i
sentimenti dei suoi personaggi, della gente comune. Il cinema di
Farhadi è stratificato eppure immediato (…): le difficoltà e gli
errori dei singoli andranno a sommarsi, ingigantendosi, svelando
colpe, menzogne, rivelando debolezze. E sulla menzogna (o, meglio,
sulla verità), con annessi e connessi religiosi, Farhadi costruisce
una moderna operetta morale, indagando sulle motivazioni dei gesti e
sulle inevitabili conseguenze: lucido, mai al di sopra dei propri
personaggi, lontano da qualsiasi giudizio, il cineasta iraniano
riesce a mettere in scena con spiazzante lucidità e profondità
storie già viste e raccontate. Ma la forza di Farhadi è nel punto
di osservazione, nella qualità della scrittura, nel peso specifico
delle parole, degli sguardi, del sottaciuto. E nei dettagli: la
gioiosa corsa per le scale di Nader e Termeh, il fuori campo finale
della stessa Termeh, il pianto di Nader sulla spalla dell'anziano e
malandato padre...
(Enrico Azzano, da
CineClandestino.it)
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