24 aprile 2019

Ella & John - The Leisure Seeker
di Paolo Virzì


con Helen Mirren, Donald Sutherland, 
Janel Moloney
It./Fr. 112'


“The Leisure Seeker” è il soprannome del vecchio camper con cui Ella e John Spencer andavano in vacanza coi figli negli anni Settanta. Una mattina d’estate, per sfuggire a un destino di cure mediche che li separerebbe per sempre, la coppia sorprende i figli ormai adulti e invadenti e sale a bordo di quel veicolo anacronistico per scaraventarsi avventurosamente giù per la Old Route 1, destinazione Key West. John è svanito e smemorato ma forte, Ella è acciaccata e fragile ma lucidissima...



Lo sguardo che quindici anni prima, in My Name is Tanino, era scanzonato ma già intriso di amarezza (la scoperta dell’America da parte d’un giovane immaturo), nella prima trasferta tutta a Stelle e Strisce dell’autore s’è fatto più adulto, e trasla nel suo corrispettivo ribaltato. Abbiamo qui due anziani entrambi malati che affrontano l’ultima salita, e poiché le rispettive cure ne dividerebbero le sorti, si lanciano in un’avventura on the road alla faccia di un’epoca non più (per)  loro. Va da sé che in Ella & John – The Leisure Seeker  gli stereotipi della senilità, della malattia, del bisogno di esorcizzare la fine incipiente ci sono tutti,  in una miscela di lacrime e sorrisi, equivoci e malinconie, mix ridondante in più d’un passaggio. Né il déjà vu dovrebbe fuorviare chi, della produzione anni Settanta, riconosce corpi e luoghi più o meno invariati – dai camera car ai campi lunghi sulle highway e ai brani in colonna (Dylan, Janis, David Crosby).


Qui Virzì adatta gli stilemi dei road movies classici al percorso personale della sua opera e, per ruffiano che ne sia l’esito, ne indovina l’alchimia. Il film – ce lo rivela l’iniziale didascalia – inizia lo stesso anno de La pazza gioia, con cui condivide l’identica idea di fuga dei protagonisti, qui a bordo del camper indicato dal sottotitolo americano (cercatore di svago, letteralmente); una nuova pazza gioia, chiosata da una battuta strillata ai due da un autista («Siete pazzi?») che rinvia a quella urlata a Beatrice e Donatella (che rispondevano «Sì, secondo alcune perizie»).  [...]
Ella & John segue il parallelismo-chiave tra scarto e norma in ogni segmento. E alla stregua del conflitto generazionale, in cui un tempo tiranno impone il saldo di una tramontata giovinezza, il discepolo della defunta commedia italiana Virzì gioca, come l’ultimo Verdone, con memoria e spettri, realtà e simulacri. Lo svelamento si ha quando una delle parti, insieme allo spettatore, è colta (quasi) impreparata, illusa che la malattia scalfisca l’inesorabilità del tempo. 


Francesco Saverio Marzaduri (Cineforum n. 572)




















Il trailer





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