31 gennaio 2014 (h. 18.30)
Omaggio a
Giuseppe Tornatore
Giuseppe Tornatore nasce a Bagheria, in
provincia di Palermo, il 27 maggio 1956. Dopo aver messo in scena,
appena sedicenne, testi di Pirandello e di Eduardo con una
filodrammatica, si accosta al cinema girando documentari (con uno dei
quali, "Le minoranze etniche in Sicilia", vince un premio
al Festival di Salerno) e lavorando per la televisione (per la RAI
realizza "Ritratto di rapinatore", "Diario di
Guttuso", "Scrittori siciliani e cinema: Verga, Pirandello,
Brancati, Sciascia"). Nel 1984 dirige la seconda unità di
"Cento giorni a Palermo" di Giuseppe Ferrara e, due anni
più tardi, firma il suo esordio nella regia: "Il camorrista",
ritratto a forti tinte di un boss della malavita napoletana, è opera
robusta ed ispirata, ove riflessione politica e sequenze spettacolari
felicemente convivono.
E' con la pellicola seguente, tuttavia, che il
giovane cineasta ottiene successo e riconoscimenti, grazie anche
all'intelligenza produttiva di Franco Cristaldi: "Nuovo cinema
Paradiso" (1998), insignito a Cannes del Gran premio speciale
della giuria e a Hollywood dell'Oscar per il miglior film straniero,
è un amarcord agrodolce ambientato in un paesino della Sicilia negli
anni '50 ed un commosso omaggio al cinema del tempo che fu, tra baci
tagliati dal parroco, sale con le sedie di legno e nuvole di fumo di
sigaretta. Sulla cresta dell'onda, Tornatore delude però con "Stanno
tutti bene" (1989), storia di un pensionato che risale l'Italia
per far visita ai figli, sospesa tra moralismo e luoghi comuni.
Meglio vanno le cose con il successivo "Una pura formalità"
(1993), giallo psicologico dalle coloriture metafisiche, sostenuto
dalla sottile recitazione di Gerard Depardieu e Roman Polanski. Dopo
il poco convincente "Il cane blu", episodio contenuto nel
raffazzonato "La domenica specialmente" (1991), il
successivo "L'uomo delle stelle" (1995) segna un ritorno
alla Sicilia del passato, dove nell'immediato dopoguerra un
traffichino organizza finti provini cinematografici a pagamento, per
portar via soldi alla povera gente dei piccolissimi centri. Sergio
Castellitto è assai bravo nel ruolo del protagonista, ma il film è
di resa discontinua. Il pubblico non sembra apprezzare più di tanto,
così Tornatore decide di giocare la carta del kolossal: "La
leggenda del pianista sull'Oceano" (1998) adatta in modi
ridondanti il monologo di Alessandro Baricco "Novecento",
con risultati che suscitano più di una perplessità. "Malèna"(2000)
è nuovamente collocato in Sicilia, questa volta nel 1940: racconto
dell'ossessione erotica di un ragazzino per una fresca vedova di
guerra, ha pagine riuscite ma non riesce nel suo insieme a ritrarre
con dovizia - com'era probabilmente nelle intenzioni del Nostro -
un'epoca e una mentalità. "Baarìa" del 2009 segna il
ritorno di Tornatore alla diletta Sicilia. Bagheria, luogo natale del
cineasta siciliano, diventa scenario di una vicenda realistica che
incorpora elementi fiabeschi.
(da "Italica")
Giuseppe Tornatore su "La migliore offerta"
Una scena dal suo ultimo film: "La migliore offerta"
Il trailer del suo ultimo film: "La migliore offerta"
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