(h. 18.00 e h. 21.15)
Il castello nel cielo
di Hayao Miyazaki
Giappone, 1986
Durata: 124'
Animazione
La giovane Sheeta, in
fuga da un gruppo di pirati dell'aria, viene soccorsa dal coetaneo
Pazu. La ragazza è una discendente del popolo di Laputa, una
leggendaria città-castello che viaggia nel cielo da centinaia di
anni, nascosta dalle nuvole. Pazu decide quindi di aiutare Sheeta a
ritornare nella sua città e insieme intraprendono una lunga
avventura, costantemente inseguiti dai pirati e dall'esercito.
Per molti versi Il
castello nel cielo, meglio noto con il titolo originario di
Laputa tra i fan del sensei dell'animazione nipponica,
rappresenta l'epitome del Miyazaki-pensiero, oltre che uno dei suoi
esiti più ragguardevoli. I temi portanti della poetica del regista
sono presenti al gran completo, dall'abnegazione e dedizione al
lavoro come passaggio essenziale per la maturazione dell'individuo al
sostanziale pessimismo sulla natura umana, vista come inevitabilmente
contrastante con le esigenze della natura nel suo complesso; per
concludere con l'ossessione per il volo e la libertà insita
nell'astrazione dal mondo a bordo di un velivolo, punto
d'osservazione privilegiato. Ciò nonostante Laputa rimane un
unicum nel corpus miyazakiano, che mai come qui si affida a un vero e
proprio action hero, come l'indomito Pazu, alle prese con dei nemici
che non sono i consueti spiriti birboni o dei poco di buono un po'
confusi, ma veri e propri villain ad alto livello di pericolosità (e
che muoiono, fatto piuttosto raro nella filmografia del sensei).
Quasi che Il castello nel cielo costituisse un trait d'union
tra gli inizi nella serialità per la Tv e l'epopea dello Studio
Ghibli.
In Il castello nel
cielo è come se Hayao avesse voluto convogliare il senso
dell'avventura classica nel suo complesso, convogliando influenze e
aspirazioni per elaborare la sua summa definitiva; citazioni
letterarie come quella ovvia di Swift (Laputa era una città del
cielo de I viaggi di Gulliver) che si mescolano con i miti del
continente perduto e tecnologicamente avanzato.
Per alcuni il vertice
della sua poetica e il momento in cui Miyazaki ha dimostrato di saper
padroneggiare una gamma più ampia del consueto di generi, anche
contrastanti; per tutti indiscriminatamente, invece, un momento
fondamentale per comprendere il senso dell'avventura nell'era del
"già detto" e le potenzialità ad infinitum e ab infinito
dello storytelling, attraverso il superamento di limiti comunemente
autoimposti.
(Emanuele Sacchi, da
MyMovies.it)
Trailer
Nessun commento:
Posta un commento