(h. 18.00 e h. 21.15)
Nella casa
di François Ozon
Con Fabrice Luchini,
Ernst Umhauer, Kristin Scott Thomas, Emmanuelle Seigner
Francia, 2012
Durata: 105'
Drammatico
Un
ragazzo di 16 anni si insinua nella casa di un suo compagno di classe
per trovare ispirazione per i suoi componimenti scolastici.
Colpito
dal talento e dall'indole insolita dello studente, il suo professore
di francese ritrova il gusto dell'insegnamento, ma l'intrusione
scatenerà una serie di eventi incontrollabili.
Hitchcock più Zavattini
più Woody Allen più Paul Klee più quel «mattone» di Viaggio
al termine della notte (il perché di quel sostantivo lo si
capisce nella penultima scena...) e la lista potrebbe proseguire
quasi all'infinito. Il nuovo film di François Ozon, Nella casa,
è una specie di puzzle sul tema della creazione, vista volta a volta
come condivisione, voyeurismo, compensazione, invidia, sogno (e anche
qui, chi più ne ha più ne metta) ma è soprattutto una nuova
variazione sul tema delle apparenze e della realtà, quello che pur
nella varietà dei toni e dei modi ha innervato fino a oggi tutta la
produzione di questo quarantacinquenne regista francese.
All'origine c'è una
commedia spagnola, Il ragazzo dell'ultimo banco, di Juan
Mayorga, che racconta il legame che si instaura tra un professore di
lettere di liceo e un suo allievo, l'unico che sembra dotato del
talento della scrittura.
Ozon, che l'ha adattata,
ha fondamentalmente messo un po' «d'ordine» nel magma di dialoghi e
pensieri che si scambiavano i due protagonisti, trasferendo l'azione
in Francia.
I piani su cui si svolge
la narrazione diventano tre: quello del rapporto tra professore e
allievo, in classe e in colloqui privati, dove l'adulto spiega le
tecniche narrative, i trucchi per conquistare il lettore e come tener
desta l'attenzione; quello che dà forma visiva al contenuto dei
componimenti, mostrando Claude nella casa degli Artole mentre sfrutta
l'amicizia di Rapha per osservare la madre e il padre; e quello
privato dei coniugi Germain, dove il professore e sua moglie si
scambiano opinioni sui temi di Claude ma ci fanno conoscere anche
alcuni momenti della loro vita privata.
Questo triplo gioco, Ozon
lo sa gestire senza cadere mai nell'ovvio o nel risaputo, aggirando
il grande «buco nero» del valore di quello che si sta vedendo: gli
incontri tra professore e studente, infatti, servono anche per
commentare la qualità della storia che stiamo vedendo, offrendoci
uno dopo l'altro i fatti e la loro interpretazione, la realtà (del
cinema) e il suo svelamento critico.
(Paolo Mereghetti, da
Il Corriere della sera – 17/4/13)
Trailer
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