8 marzo
La grande scommessa
di Adam McKay
La grande scommessa
(The Big Short)
di Adam McKay
con Christian Bale, Steve
Carell, Ryan Gosling
Usa, 2015
Durata: 130'
Drammatico
Il film, ispirato ad
eventi e personaggi reali, segue le storie simultanee di tre gruppi
di persone che scoprono l'arrivo della crisi finanziaria del
2007-2010 e scommettono sul suo avvento, ricavandone enormi profitti.
Sono due gli ostacoli con
cui si è voluto confrontare il regista Adam McKay nel suo La
grande scommessa. Portare sul grande schermo il saggio di Michael
Lewis The Big Short – Il grande scoperto e trasformare una
trattazione tecnica dell’alta finanza statunitense in un racconto
teso, ben giostrato, in cui emerge la coralità dell’azione e la
solitudine dell’intuizione. La scommessa del titolo, infatti, è
quella contro il sistema messa a segno da alcuni analisti finanziari,
banchieri, giovani speculatori e vecchi geni di Wall Street che,
ognuno a modo suo, scoprono le incongruenze del mercato immobiliare
americano, considerato il settore più solido dell’intera economia.
Senza soffermarsi esclusivamente sui tecnicismi inafferrabili, McKay
prende dei personaggi reali, in una storia reale, e ne fa un affresco
ampio, dove, però, tutti i punti sono facilmente riconducibili al
discorso di partenza e alla tesi finale. Niente tecnicismi fini a se
stessi, niente virtuosismi di parole e immagini, ma un approccio
lucido, chirurgico, di scomponimento e ricostruzione minuta dei fatti
attraverso la loro amplificazione.
Come fosse una commedia demenziale
(e infatti McKay ha una solida esperienza in campo, come
collaboratore di Will Ferrell e del Saturday Night Live, e
regista di film come Fratellastri a 40 anni, Poliziotti di
riserva, Anchorman) cui viene abilmente sottratto
l’effetto non sense. Perché è tutto vero e tutto folle. E così
lo sguardo in macchina dei diversi “attori” permette allo
spettatore di entrare letteralmente nei meccanismi contorti e di
apprendere in modo semplice come sono andate le cose, con la più
banale delle leggi secondo cui ogni gesto, non solo produce un
effetto, ma ha delle conseguenze nel tempo e nello spazio. Al posto
del ghigno soddisfatto, ci resta, così, il suo esatto opposto.
L’amara consapevolezza di essere complici o spettatori della
catastrofe economica. Con un colpo da maestro, McKay evita ogni tipo
di retorica, al punto che i suoi “guerrieri senza macchia”, i
cosiddetti sabotatori del sistema finiscono per trarre profitto da un
evento che toglierà casa e lavoro a migliaia di persone.
Grazia Paganelli
(Duels.it)
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