1 marzo
Sole alto
di Dalibor Matanic
Sole alto
(Zvizdan)
di Dalibor Matanic
Con Goran Marković,
Tihana Lazović, Nives Ivanković
Croazia/Serbia/Slovenia,
2016
Durata: 123'
Drammatico
Tre storie differenti
tra di loro, ma tutte incentrate su un amore proibito. Ambientate in
due villaggi della Bosnia e in un arco temporale di tre decenni
(1991, 2001 e 2011).
Sono i contrasti evidenti a rafforzare
il racconto del quarantunenne Dalibor Matanic, già autore di diversi
lungometraggi ma consacratosi a livello internazionale solo adesso
con Sole alto, Premio della Giuria a Cannes 2015, sezione Un Certain
Regard. Il sole splende su un fazzoletto di terra balcanica,
tinteggiando la macchia mediterranea come in un dipinto
impressionista, illumina l’orizzonte spigoloso della terra dalmata,
scalda le acque a noi familiari dell’Adriatico, indifferente
all’odio interetnico, all’inspiegabile follia umana, alla
tragedia del conflitto. Matanic sceglie l’amore declinato in tre
storie diverse, a distanza di dieci anni una dall’altra, per
raccontare le conseguenze della guerra, anzi delle guerre, perché –
come afferma l’autore, regista e sceneggiatore - a ogni latitudine si consumano le
stesse tragedie, originate da futili incomprensioni, da cieche
discriminazioni, dalla scarsa tolleranza per le diversità, che
diventano poi baluardi nelle lotte politiche. Senza ricorrere a
sequenze belliche, lontano anzi dai teatri di guerra, lasciati fuori
campo, il regista dipana un filo narrativo robusto per collegare
momenti diversi della recente storia di quella che fu la Jugoslavia.
(…) Matanic diventa un burattinaio, utilizza le stesse marionette
per innescare nel terzo atto un augurante futuro, una
terza possibilità tra due personaggi che si sono rincorsi e che
nonostante i terremoti della Storia si ritrovano per chiudere il
cerchio nell’amore reciproco. Ma, come non accadeva in Prima della
pioggia, è un cerchio che chiudendosi trova coincidenza, perché,
se nel 1994, in piena guerra civile, la ragione lasciava il posto
all’incubo mettendo in crisi la percezione di spazio e tempo,
adesso, che il sole alto è tornato a splendere sui Balcani, il tempo
è un amico che definisce ripartenze. Se per Manchevski la pioggia
arrivava sul finale a lavare temporaneamente i peccati degli uomini,
per Matanic il tramonto è speranza di un sonno sereno e ristoratore.
Alessandro Leone (Il
Ragazzo Selvaggio n. 117)
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