22 marzo
OffiCinema
Il Cinema di Robert
Zemeckis
Non è il caso di credere a una certa stampa cinematografica, quando le cifre ti confortano. Il miglior amico di Steven Spielberg, Robert Zemeckis è uno dei più bravi registi, sceneggiatori e produttori hollywoodiani in circolazione, il cui motto è (come dichiara qualche critico): "Nulla sul serio, ma tutto per bene". Costruisce sceneggiatura a regola d'arte e poi confeziona film divertenti, ironici e autoironici che sono campioni di incassi. Non ha avuto paura neanche di macchiare la sua splendida carriera con la cifra maledetta: il tre. Tre come i film della fortunata saga di Ritorno al futuro. Conduce con ritmo brillante lo spettatore dentro avventure dove "la pietra verde" più importante, altro non è che l'umorismo, da sempre una delle componenti più smaglianti nelle sue storie, assieme al sentimento. È capace perfino di scomodare archetipi radicati nell'immaginario collettivo e trasmettere panico, servendosi di film eccezionali, dove lo scarto tra realtà e fantasia è veramente minimo. Ricco di citazioni, trovate comiche e buon sviluppo narrativo ci conduce in mezzo in una città di nome Cartoonia le cui luci sono ingannevoli tanto quanto i suoi volti e ci fa vivere tentazioni diaboliche col numero di canto di una bella rossa tutta curve animate che non è cattiva, ma la «disegnano così»! Ci mette di fronte a naufragi impossibili e a viaggi nel tempo assortiti, ma tracciati tutti dal sottile confine della vitalità del panorama geopolitico americano, dipingendo una successione di quadri vibranti e pittoreschi. Come se non bastasse gioca con la sorte, scrivendo il piccolo poema di Forrest Gump, dove si celebra il mito americano, vecchio e nuovo, che sta sempre davanti - in qualsiasi direzione - all'individuo che decida di seguirlo. Assiste con successo alla disfatta di vecchie donne ossessionate dalla bellezza che passano dalla gloria alla vergogna e, nel frattempo (è il caso di dirlo, anche se è poco elegante) il portafoglio di Zemeckis da vuoto diventa pieno!
Gli ingredienti ci sono tutti, a cominciare dalla morale facile (la bontà vince sempre su tutto) e dall'umanità (che a volte diventa tanto esilarante da risultare patetica). L'unico torto che gli si dà è quello, a volte, di scandire le sue pellicole in modo troppo prolisso, vietandosi ritmi accelerati (Contact), ma senza alcun dubbio trovando un grande giovamento sul piano della rappresentazione della società americana. Disgraziatamente poi, ogni tanto si cade nel poco sapiente paradosso e il kitsch in questi casi è più di un inseparabile virus che mina l'azione, rendendola meccanica e ripetitiva e facendole perdere tutto il brio.
Zemeckis e i suoi attori
Con un'ottima padronanza degli effetti speciali, dirige con maestria i più affermati fra gli attori di Hollywood che rispondono sempre al suo appello e lo continuerebbero a fare senza alcuna ombra di dubbio. Volti come Tom Hanks, Michael J. Fox e Christopher Lloyd che mettono le loro splendide facce da schiaffi per commedie, fantasy, pellicole di satira, in un divertente e dissacrante gioco al massacro, ben consci del fatto che stanno affrontando un film di classe. Mette mano dove può Zemeckis: dalle tensioni mozzafiato di una coppia formata da Michelle Pfeiffer e Harrison Ford che sembrano i fantasmi di un vecchio film in bianco e nero di Alfred Hitchcock, fino a una Angelina Jolie che, nonostante sia nuda e dorata, ti fa una paura maledetta dentro un'avventura mitologica. A supportarlo il suo sceneggiatore partner Bob Gale e il compositore Alan Silvestri, come i tasselli di una complicata e fortunata industria che si muove magnificamente nel suo film, seppur con tanta tecnica e poca anima.
L'apprendistato e l'incontro con Spielberg
La passione per il cinema di Robert Zemeckis nasce quando era ancora al liceo. Dopo aver comprato una cinepresa, realizza piccoli 8mm, capendo prestissimo che è quella la strada che deve seguire. Si iscrive così prima alla Northern Illinois University e poi alla University of Southern della California, uscendone nel 1973 (i suoi compagni di classe erano i grandi registi George Lucas e John Milius), con laurea e due cortometraggi: The Lift (1972) e A Field of Honor (1973). Trova immediatamente lavoro come montatore per i telegiornali dell'emittente televisiva NBC, nonché come regista di alcuni spot pubblicitari.
Dopo aver conosciuto Bob Gale, scrive con lui qualche episodio del telefilm horror inedito in Italia A Kolchak - The Night Stalker (1974), ma sarà l'incontro con Steven Spielberg a cambiargli la vita, dato che proprio il grande regista gli produrrà il suo primo film 1964 - Allarme a New York, arrivano i Beatles (1978). Per ringraziarlo, Zemeckis regala a Spielberg il soggetto di 1941 - Allarme a Hollywood(1979), che diverrà un film con John Belushi, Christopher Lee e Toshiro Mifune. Sposato con l'attrice Mary Ellen Trainor, il loro matrimonio durerà però solo vent'anni (dal 1980 al 2000), dato che Zemeckis la lascerà per sposare un'altra attrice, Leslie Harter, nel 2001, ma avrà comunque una grande soddisfazione dalla loro unione: la nascita del suo unico figlio Alexander Zemeckis, oggi attore.
I capolavori
Nel 1984 dirige Kathleen Turner, Michael Douglas e Danny DeVito nell'avventuroso e divertente All'inseguimento della pietra verde, seguito nel 1986 dalla regia di alcuni episodi del serial Storie incredibili (1986). Poi arriva il suo capolavoro: la trilogia a orologeria di Ritorno al futuro (1985, 1989, 1990) con protagonisti Christopher Lloyd e Michael J. Fox, una pellicola che mischia la nostalgia alla commedia,infarcita con una critica di costume attraverso la storia di un diciottenne che, grazie a una macchina per viaggiare nel tempo ideata da uno strambo scienziato, torna al lontano 1955, rischiando di andare a letto con la sua futura madre e scoprendo che suo padre non è altro che un mollaccione senza spina dorsale. Una sceneggiatura perfetta che sarà nominata all'Oscar, vincendo però solo il David di Donatello come miglior sceneggiatura straniera.
Farà di nuovo centro nel 1988, quando trasporterà sul grande schermo il romanzo di Gary K. Wolf "Who censored Roger Rabbit?" con il titolo Chi ha incastrato Roger Rabbit, che gli varrà un Saturn Award come miglior regista. Nel 1992, dirige invece un nevrotico e alcolizzato chirurgo con il volto di Bruce Willis e i grandi amori della sua vita (la scrittrice obesa e con i complessi di inferiorità Goldie Hawn e la superba e arrampicatrice attrice Meryl Streep) nel satirico La morte ti fa bella, mischiando stregoneria, vanità, botulino e sieri dell'eterna giovinezza.
Zemeckis il produttore
Ma Robert Zemeckis non è solo un buon autore, è principalmente anche uno dei più autorevoli produttori hollywoodiani in circolazione, grazie a ben due compagnie come la ImageMovers e la DarkCastle Entertainment, di cui è proprietario assieme a Joel Silver. Senza di lui non avremmo mai avuto pellicole come: I trasgressori (1992), le due pellicole ispirata al telefilm Tales from the Crypt (Il cavaliere del male, 1995, e I racconti della cripta, 1995), alcune ghost story (Sospesi nel tempo, Il mistero della casa sulla collina, Nave fantasma, I 13 spettri, Gothika), il film di Ridley Scott con Nicolas Cage Il genio della truffa (2003), L'ultima vacanza con Gérard Depardieu, Monster House e il demoniaco I segni del male (2007).
Forrest Gump e i film recenti
Ma senza alcun dubbio, l'opera che più ha significato per questo autore è il miglior film del 1994 (almeno secondo l'Academy Award che lo insignì di questo titolo scalzando Pulp Fiction): Forrest Gump con Tom Hanks, basato sul romanzo omonimo di Winston Groom, una suggestiva parabola fra commedia e dramma (nonché effetti digitali d'avanguardia) di un ritardato che attraversa la storia americana. Un'alchimia di situazioni intrise di humour, comicità e thrilling che emergono in tutto il loro potenziale, senza però passare per del puro entertainment. Con stile e secondo i metodi dell'infallibile scrittura classica Zemeckis offre una scintilla così particolare al pubblico e alla critica da meritarsi un Golden Globe e l'Oscar come miglior regista, battendo Woody Allen (Pallottole su Broadway), Krysztof Kieslowski (Tre colori - Film Rosso), Robert Redford (Quiz Show) e Quentin Tarantino (Pulp Fiction).
Da quel momento in poi si dedicherà a trasportare sul grande schermo il best seller dell'astronomo Carl Sagan, Contact (1997) con Jodie Foster, passando alla suspense de Le verità nascoste (2000) con Michelle Pfeiffer e Harrison Ford, e raccontando (su soggetto di Tom Hanks) le vicende del naufrago di Cast Away(2000). Dopo aver firmato il digitale Polar Express, torna alla stessa tecnica con l'epico La leggenda di Beowulf (2007) con Anthony Hopkins e John Malkovich.
Nel 2009 torna a coccolare e divertire il pubblico con l'immaginifica pellicola d'animazione A Christmas Carol tratta dal celebre romanzo di Charles Dickens e interpretata da un Jim Carrey sempre più a suo agio dietro le maschere natalizie. Torna nel 2012 con un thriller con Denzel Washington protagonista, Flight, in cui torna a riflettere sul tempo e sulla società americana post 11 settembre, senza assolvere nessuno ma offrendo uno scenario di speranza.
I suoi personaggi sono sempre tutti simpatici, anche i più cattivi (come il cartone animato killer che si scioglie nella "salamoia" nel finale di Chi ha incastrato Roger Rabbit), l'ironia regna sovrana in vivaci sequenze di situazioni dal ritmo frenetico, gags, colpi di scena e, anche quando l'atmosfera si fa più drammatica, Zemeckis non insiste e sceglie di rinunciare a emozioni e romanticismo per mostrare allo spettatore altre morali, supportate da una tecnica cinematografica imponente. Quanti di noi sono stati a Cartoonia con l'investigatore Eddie e il coniglio attore Roger? Quanti di noi hanno provato nostalgia vedendo Betty Boop che vendeva sigarette in un noir degli Anni Quaranta? Ambizioso, originale, si muove fra inquadrature bellissime e sfiora ogni parete del cuore, fra allegorie americane tragiche o spassose e critiche radicali a una società cinica, incapace di sperare, lodando invece la bontà, la generosità, l'energia fattiva, la fedeltà leale alle promesse, l'idealismo in quel sottile filo che collega ancora futuro, presente, passato... e poi ritorna al futuro!
Fabio Secchi Frau
(MyMovies.it)
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