5 aprile
L'uomo che vide l'infinito
di Matt Brown
L'uomo che vide
l'infinito
(The Man Who Knew
Infinity)
di Matt Brown
Con Dev Patel, Jeremy
Irons, Toby Jones
Inghilterra, 2015
Durata: 108'
Biografico
La storia vera di
Srinivasa Ramanujan, un matematico che dopo essere cresciuto povero a
Madras, in India, ottiene l'ammissione all'Università di Cambridge
durante la prima guerra mondiale, dove diventa un pioniere nelle
teorie matematiche sotto la guida del suo professore e mentore, G. H.
Hardy.
L'uomo che vide l'infinito non è
soltanto la storia di una mente geniale che supera le barriere della
rigidità accademica, la sua fu una piccola e incisiva rivoluzione.
[…] Il film di Michael Brown crea due linee narrative ponendo
l'accento sulle due relazioni: quella tra Ramanujan e Hardy e quella
tra Ramanujan e l'Inghilterra. La figura del suo maestro rappresenta
proprio quell'anello di congiunzione tra i due mondi. Hardy è
infatti un personaggio non conforme alla società del tempo, è un
pacifista e un uomo moderno, antiaccademico e, non a caso, molto
amico di Bertrand Russel. Sarà lui infatti a proporre come fellow
Ramanujan, cercando non solo di far apprezzare da tutti l'importanza
del suo lavoro ma anche iniziare un processo che esorti il paese
colonizzatore a guardare il colonizzato come un suo pari.
Se con Hardy è facile costruire un
rapporto egualitario che si trasformerà poi in una profonda
amicizia, con il paese che lo sta ospitando Ramanujan deve faticare
molto di più e servirsi di un tramite (un inglese) per farsi
accettare. Il processo raccontato in questo film cela un sottotesto
che rimanda al discorso coloniale ma lo accenna solo in parte e lo fa
nel momento in cui si sofferma sugli sguardi e gli atteggiamenti
avversi che gli inglesi rivolgono verso lo straniero. Ramanujan viene
deriso per i propri abiti, chiamato straccione, picchiato da soldati
dell'esercito, diventando il "diverso" su cui sfogarsi,
nella cornice di un Paese distrutto e messo in ginocchio dalla
guerra.
Il regista preferisce calcare la mano
sui momenti più toccanti dando spazio a un'estetica artificiosa e
manierata (un esempio può essere la scena di Janaki in penombra
all'interno del tempio) e utilizzando anche musiche eccessivamente
enfatiche, cercando così di porre l'attenzione sull'elemento
melodrammatico. Le scoperte di Ramanujan contribuirono a creare la
base per gli studi sulla teoria delle stringhe e dei buchi neri, la
sua fu un'impresa verso l'infinito.
Andreina Di Sanzo (MyMovies.it)
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